Papa Bergoglio rafforza le norme contro gli abusi su minori
Papa Francesco rafforza le norme per prevenire, ma soprattutto per contrastare gli abusi contro i minori e le persone vulnerabili nell’ambito dello Stato della Città del Vaticano e della Curia romana. Le direttive papali prevedono l’affidamento della giurisdizione su questi deprecabili reati agli organi giudiziari vaticani. Inoltre, il capo della Chiesa ha disposto l’obbligo di denuncia penale e di rimozione del condannato dagli incarichi in vigore. Di fatto, le nuove norme entreranno in vigore con il primo giugno 2019.
Papa Francesco: “Desidero rafforzare l’assetto istituzionale e normativo”
La decisione di emanare il Motu proprio era stata annunciata al termine del summit indetto per la protezione dei minori, che si è svolto in Vaticano lo scorso febbraio. In tale importante occasione Papa Francesco ha espresso chiaramente le sue intenzioni: “Desidero rafforzare ulteriormente l’assetto istituzionale e normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le persone vulnerabili, affinché nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano sia mantenuta una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono, di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento che possano avvenire sia nelle relazioni interpersonali che in strutture o luoghi di condivisione”.
L’importanza della comunità per contrastare gli abusi
“Maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di prevenzione e contrasto; sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento contro minori o contro persone vulnerabili”, ha tenuto a precisare il capo della Chiesa.
É necessario accogliere le vittime di abusi
Inoltre, il pontefice ha sottolineato l’importanza di riconoscere”a coloro che affermano di essere stati vittima di sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai loro familiari, del diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati“.
Ed ha aggiunto: “Sia offerta alle vittime e alle loro famiglie una cura pastorale appropriata, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico e legale; sia garantito agli imputati il diritto a un processo equo e imparziale, nel rispetto della presunzione di innocenza, nonché dei principi di legalità e di proporzionalità fra il reato e la pena”.
Rimozione dall’incarico chi viene condannato per abusi
Per finire, Papa Bergoglio ha ribadito la necessità di rimuovere dai suoi incarichi il condannato. Tuttavia, secondo il pontefice è fondamentale non abbandonarlo, anche se ha sbagliato, ed offrirgli un adeguato supporto spirituale e psicologico, ai fini del reinserimento sociale.
“Sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente; sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, ha aggiunto il capo della Chiesa.
Tra i punti stabili dal pontefice c’è anche quello, fatta eccezione “il sigillo sacramentale”, che obbliga coloro che lavorano in Curia, i nunzi ed i diplomatici, nonché i dirigenti di vario livello “a presentare, senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogni qualvolta, nell’esercizio delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima di uno dei reati di cui all’articolo 1 della Legge N. 297”.