Raffaele Marra: il Tribunale di Roma lo condanna a 3 anni e sei mesi di reclusione

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Ieri, giovedì 13 dicembre 2018, il Tribunale di Roma ha condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione Raffaele Marra, ex dirigente del Comune di Roma. Durante gli ultimi 12 anni, l’uomo è riuscito ad accrescere la propria figura, passando da un’amministrazione all’altra e destreggiandosi tra numerosi incarichi. Tuttavia, Marra è stato implicato in numerose vicende giudiziarie, e tutt’oggi è sotto processo anche per la nomina del fratello Renato al dipartimento del turismo del Comune.

Il processo per corruzione

L’ex capo del personale del comune di Roma è stato condannato a 3 anni e sei mesi, nell’ambito del processo che lo aveva accusato di corruzione. Ha deciderlo è stata la seconda sezione penale.

Il 16 dicembre 2016 è stato arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta relativa alla compravendita delle case Enasarco, risalente al 2013. A finire in manette, in tale occasione, è stato anche l’immobiliarista Sergio Scarpellini, che avrebbe corrotto  amministratori pubblici, al fine di trarre benefici per le sue società.

Di fatto, secondo quanto ricostruito dalla Procura, Marra, nel giugno 2013, avrebbe ottenuto in maniera illecita, a seguito degli incarichi ricoperti all’epoca, 367 mila euro provenienti direttamente dai conti personali di Scarpellini, per l’acquisto di un immobile situato in via dei Prati Fiscali 258, successivamente intestato alla moglie. In cambio Scarpellini avrebbe ricevuto alcuni favori. I due imputati hanno sempre respinto le accuse, affermando che in realtà i soldi erano solo un prestito.

2017: richiesta di rito immediato

Nel febbraio 2017 è stato richiesto il rito immediato per Marra e Scarpellini, che poi è stato spostato al 25 maggio. Nel frattempo, tuttavia, Marra è riuscito ad ottenere i domiciliari e successivamente addirittura la revoca della misura cautelare.

La sentenza: 3 anni e sei mesi

Ieri è finalmente arrivata la sentenza del Tribunale di Roma, che ha portato alla condanna di 3 anni e sei mesi di reclusione per Marra. Sergio Scarpellini, invece, è morto lo scorso novembre, per tanto non ha potuto pagare per gli illeciti commessi, tra i quali, oltre a quelli indicati poco sopra, ci sarebbe anche la vendita di un altro appartamento, sempre a Marra, al quale avrebbe applicato uno sconto di ben mezzo milione di euro, al fine di ricevere sempre facilitazioni. Tuttavia, tale caso, sfortunatamente, è caduto in prescrizione.

L’inchiesta sulle nomine

Marra è attualmente indagato anche per un’altra inchiesta in cui è finita sotto accusa anche la sindaca Raggi. Di fatto, l’ex capo del personale dl Campidoglio, è accusato di abuso d’ufficio in relazione alla nomina, successivamente revocata, del fratello Renato a capo del Dipartimento del turismo del Campidoglio.

La vicenda ha avuto origine nel 2016, quando l’Anac e la Procura di Roma si sono messe ad indagare in merito alla nomina di Renato Marra alla direzione turismo, a seguito di un esposto presentato i 14 novembre del 2016 dalla Codacons. L’associazione dei consumatori, di fatto, chiedeva di accertare la possibile violazione dell’articolo 7 del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, in vigore dal 2013, ma anche l’eventuale reato di abuso d’ufficio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Marra non fu un semplice esecutore delle direttive fornitegli dalla sindaca, ma ebbe un ruolo decisamente attivo in tale vicenda, nonostante la Raggi affermasse il contrario. Marra è stato rinviato a giudizio il 9 gennaio 2018 ed il dibattimento ha avuto inizio lo scorso aprile.

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