Sparatoria in un bar di Los Angeles: 13 morti, tra i quali il killer

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Grande paura nella notte a Los Angeles. Un uomo armato ha fatto irruzione in un bar di Thousand Oaks, dove era in corso una festa di studenti e ha ucciso 12 persone. Tra le vittime anche un poliziotto.

Il bilancio della sparatoria

Le vittime della sparatoria che ha avuto luogo ieri a Los Angeles, alle 23.30 ora locale (8.30 in Italia) sono 12. Inoltre, si parla di una decina di feriti, che, tuttavia, sono riusciti a sopravvivere alla furia omicida dell’ex marine 28enne con problemi mentali, artefice della strage. L’uomo, vestito di nero, con un cappello da baseball nero in testa e con il volto coperto da una maschera è entrato nel Borderline Bar& Grill, mentre stava avendo luogo una festa studentesca e ha aperto il fuoco. Ad oggi non è ancora chiaro il motivo dell’attacco.

Il killer: un ex marine con disturbi mentali

L’autore del massacro è stato identificato dalla polizia del posto come Ian David Long, un ex marine, di appena 28 anni, che aveva prestato servizio in Afghanistan tra il 2010 ed il 2011. Dalle prime ricostruzioni, sembra che ad accompagnare l’uomo al country bar sia stata la madre.

Il killer, dopo aver tolto la vita a numerose persone all’interno del locale, si è suicidato. Quando gli agenti hanno fatto irruzione, infatti, hanno trovato il corpo senza vita. A confermarlo è stato lo sceriffo della contea di Ventura, Geoff Dean, il quale ha tenuto a precisare che l’uomo era già noto alla polizia per alcune denunce di lieve entità, ma niente che facesse pensare ad una strage.

L’assalto

L’autore della strage, armato di pistola calibro 45, ha lanciato dei lacrimogeni nel bar e poi ha iniziato a sparare. Secondo i testimoni i colpi esplosi sarebbero circa una trentina. I ragazzi che si trovavano nel locale, la maggior parte avente un’età compresa tra i 18 ed i 22 anni, hanno cercato di sfuggire alla mattanza, scappando dalle finestre, avvalendosi delle sedie per rompere i vetri. Qualcuno ha anche cercato riparo nei bagni o sul tetto dell’edificio. In poco tempo, la polizia, l’Fbi e diverse ambulanze hanno raggiunto il luogo della sparatoria.

Morto il vice sceriffo

Tra le vittime della sparatoria anche il vice sceriffo della contea di Ventura, il sergente Ron Helus, che era prossimo alla pensione e lascia un figlio di appena 2 anni. Secondo le ricostruzioni, è stato il primo a intervenire presso il bar dove si stava consumando la strage. Il Los Angeles Times ha scritto che l’agente ha chiamato la moglie al telefono e poi è entrato nel locale, dove è stato colpito da diversi colpi di arma da fuoco, sparati dall’aggressore. I suoi colleghi hanno tenuto a precisare che “è morto da eroe“. Gli agenti, avendo visto l’uomo ferito, lo hanno allontanato dalla linea di tiro, ma non c’è stato nulla da fare.

Le parole del presidente Trump

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha commentato la sparatoria con un tweet: “Grande coraggio della Polizia. La California Highway Patrol era lì in 3 minuti e il primo agente a entrare ha sparato diverse volte. Quel sergente dello sceriffo è morto in ospedale”. E ha concluso affermando: “Dio benedica tutte le vittime e le famiglie delle vittime. Grazie agli agenti“.

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