Importante svolta caso Stefano Cucchi: un carabiniere accusa due colleghi di pestaggio ingiustificato

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Importante svolta nel caso Cucchi: uno dei carabinieri imputati accusa altri 2 colleghi, già sottoposti a giudizio dalla Corte d’Assise di Roma, accusandoli di pestaggio. Attualmente gli agenti imputati sono 5: Raffaele D’Alessandro, Alessio di Bernardo e Francesco Tedesco, che sono stati accusati di omicidio preterintenzionale, ma anche di abuso di autorità, nonché Vincenzo Nicolardi accusato di calunnia, e Roberto Mandolini di calunnia e falso.

La vicenda Cucchi

Tutto ebbe inizio il 15 ottobre 2009, quando Cucchi venne arrestato dai carabinieri nel parco degli Acquedotti, poiché in possesso di 20 grammi di hashish, di cocaina e di diverse pillole per curare l’epilessia, di cui soffriva da tempo. Venne, quindi, arrestato e ne fu disposta la custodia cautelare in carcere. Tuttavia, dopo solo una settimana, il giovane morì all’ospedale Sandro Pertini.

Il giorno successivo al fermo, venne convalidato l’arresto e il giovane venne processato per direttissima. Il giudice stabilì che Stefano, pur presentando dei problemi di salute, rimanesse in carcere a Regina Coeli, in attesa di udienza, la quale si sarebbe dovuta tenere a novembre 2009. Al 31enne venne concesso di essere visitato dal medico del tribunale e, visti i mancati miglioramenti, anche presso l’infermeria del Regina Coeli, dove venne disposto il trasferimento al pronto soccorso del Fatebenefratelli. Tuttavia, il giovane rifiutò il ricovero e decise, contro il parere dei medici, di fare ritorno in carcere.

Il giorno successivo fu, però, evidente che la situazione stava degenerando, per tanto il giovane fu sottoposto ad altri esami, fino a quando non fu evidente la necessità di un ricoverare, che avvenne nel reparto detentivo dell’ospedale Pertini, dove morì poco dopo, il 22 ottobre. Nel momento del decesso Cucchi pesava solo 37 chili e bisogna dire che ai familiari, durante l’incarcerazione, non fu mai concesso di vederlo.

La confessione di Francesco Tedesco

Secondo quanto riportato nel verbale di Francesco Tedesco, risalente al 9 luglio 2018, sembra che il carabiniere avesse cercato di fermare i colleghi D’Alessandro e Di Bernardo, che stavano colpendo a più riprese il ragazzo.

Il carabiniere ha descritto nel dettaglio il pestaggio del 31enne, affermando che: “Fu un’azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro, poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo, che gli fece perdere l’equilibrio, provocandone una violenta caduta sul bacino”. E ancora: “Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore”. Ed in fine: “Spinsi Di Bernardo, ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra”.

Il commento di Ilaria Cucchi su Facebook

La sorella del defunto, Ilaria Cucchi, che non si è mai arresa di fronte alle difficoltà di questa vicenda, ha pubblicato su Facebook: “Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi”.

Sembra, dunque, che si sia aperto uno spiraglio per i parenti di Stefano Cucchi, che, a distanza di molti anni potranno forse trovare finalmente un po’ di pace. Non resta che vedere quale sarà la decisione dei giudici, a seguito dell’importante svolta. Tuttavia, almeno qualcuno ha cominciato a parlare ed a fare un po’ di chiarezza in merito a questo terribile caso.

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