L’economia circolare nella gestione dei flussi di lavoro in azienda

L’economia circolare è un tipo di economia di recente diffusione e applicazione, in grado di “rigenerarsi”, ovvero di lavorare in base ai principii di riciclabilità e recupero delle materie prime, dei prodotti e dei servizi.

Fondamentalmente, l’economia circolare si basa su cinque “pilastri” specifici che ne definiscono il meccanismo: la sostenibilità, il riciclo dei materiali, una produzione mirata ad un ciclo di vita prolungato dei prodotti, l’uso di piattaforme di condivisione e la possibilità di offrire in uso un prodotto quale fosse un servizio.

Come è quindi facile capire, l’economia circolare è mirata sostanzialmente al riciclo, alla riduzione degli sprechi e alla sostenibilità ambientale e produttiva. Si può dire in pratica che non si tratti solo di pura “economia”, ma di uno stile di vita, di lavoro e di comportamento, applicabile ad ogni situazione a livello economico, professionale e produttivo.

A tale riguardo, le aziende che intendono introdurre i principii dell’economia circolare all’interno del proprio ciclo di lavoro, hanno oggi a disposizione diverse possibilità, per quanto non siano ancora state definite norme precise.

Il primo “standard” che definisce i principii dell’economia circolare applicata al business è il BS 8001, lanciato dall’organizzazione britannica British Standard Institution ed è stato istituito proprio per supportare tutte quelle aziende che intendano integrare nei flussi di lavoro e di produzione i punti chiave di questo nuovo modello di economia: riciclare, riutilizzare e ridurre.

Come funziona e come si applica lo standard BS 8001

In sostanza, alla base dello standard BS 8001 si trovano quelli che sono gli aspetti di base dell’economia circolare: la rigenerazione dei materiali, il design sostenibile, la riduzione degli sprechi e l’efficienza nell’utilizzo di materie e risorse.

Il ruolo principale dello standard è quello di orientare le aziende verso una maggiore comprensione dei principii fondamentali su cui si fonda questo tipo di economia, al fine di ridurre il più possibile l’impatto ambientale ma anche cercare di trarre vantaggio economico da questo nuovo stile produttivo.

Predisporre il passaggio da un’economia convenzionale e lineare ad un’economia circolare non è affatto semplice, ed è proprio per favorire questo cambiamento che è stato istituito lo standard BS 8001.

Si tratta prevalentemente di una serie di linee guida, ovvero di suggerimenti e consigli da seguire con una modalità piuttosto flessibile, diversamente dagli standard produttivi “tradizionali”, per i quali è necessario rispondere a precisi requisiti.

Lo standard BS 8001 infatti non prevede una certificazione da parte delle aziende che scelgono di metterlo in pratica: viene concessa la totale libertà nell’applicazione dei principii forniti dallo standard e nell’allineamento da parte di aziende e società.

Tuttavia, è bene considerare che non si tratta semplicemente di norme da seguire per una maggiore efficienza all’interno dell’azienda, ma di una vera e propria strategia economica, che prevede una differente gestione dei costi e, di conseguenza, un differente rendimento.

Il fine ultimo dell’economia circolare in un’azienda, come si è detto, è infatti quello di ottenere il duplice vantaggio della tutela dell’ambiente e di un risultato economico positivo.