Leggere i fumetti può avere un effetto terapeutico?

Prima di scoprire se i fumetti possano fare bene o avere un effetto terapeutico, facciamo un piccolo passo indietro.

I fumetti sono una forma di narrazione che si basa su una sequenza di immagini statiche che raccontano una storia. Possono essere narrativi o astratti; nel primo caso, la narrazione può essere in prima persona, in terza persona o con dialoghi diretti.

La loro origine risale a circa 500 anni fa, anche se negli Stati Uniti sono stati introdotti solo nel 1842 dal giornalista e caricaturista Joseph Keppler con “Puck”, pubblicata su un giornale di New York “The New York Mirror”. “Puck” è stato un successo immediato e ha ispirato altri artisti, che hanno iniziato a creare i propri fumetti.

Perché i fumetti possono essere terapeutici?

Ora, cerchiamo di rispondere alla domanda iniziale.

Innanzitutto, i fumetti sono un ottimo modo per sviluppare la propria creatività. Secondo, possono aiutare a sviluppare la capacità di leggere e comprendere testi complessi. Terzo, possono anche aiutare a sviluppare le capacità di scrittura. Offrono una narrazione visiva che può essere molto coinvolgente e stimolante e possono aiutare i lettori a sviluppare una maggiore comprensione del mondo che li circonda, così come possono essere utilizzati per insegnare ai giovani lettori una vasta gamma di concetti e di valori positivi.

Queste sono alcune delle motivazioni per cui sempre più medici li utilizzano a scopo terapeutico, anche per elaborare i propri conflitti interni.

Da Dylan Dog ai Peanuts

Naturalmente i fumetti hanno avuto un’enorme diffusione anche in Italia: “Tex Willer”, “Dylan Dog”, “Zagor”, “Mandrake” e “Diabolik” sono solo alcuni dei grandi successi Bonelli. Tuttavia, sembra che il più adatto a scopo terapeutico sia Dylan Dog, l’investigatore privato che cerca di sconfiggere il lato oscuro e di dare un senso alla follia. Dylan Dog è un detective privato atipico nato nel 1986 dalla penna di Tiziano Sclavi: si occupa di casi paranormali e si trova sempre coinvolto in situazioni al limite del surreale. Ex-poliziotto che ha lasciato il suo lavoro dopo la morte della fidanzata Elizabeth, avvenuta in circostanze misteriose, è affiancato dal suo amico e assistente Groucho, uomo fedele e con una marcata vena umoristica. La serie Dylan Dog è una delle più amate dai lettori italiani e ha riscosso un grande successo anche all’estero, grazie alla capacità di mixare elementi del genere horror, noir e comico in una storia avvincente e ricca di colpi di scena. Sono numerosi gli elementi del paranormale, dell’esoterismo e del noir che compaiono nel fumetto, tra i quali il tema del doppio, che è stato affrontato più volte in maniera neanche troppo velata nel fumetto Color Fest 37: Doppio orrore. Vista la passione per l’esoterismo, sembra strano che in Dylan Dog non abbiano puntato sulle ore doppie o sui numeri angelici, con tutti i significati che racchiudono. Ma data l’ampiezza dei temi trattati, siamo sicuri che da una attenta lettura dei vari episodi, sicuramente ci saranno riferimenti a molti altri aspetti del paranormale e dell’oscuro.

Passando agli altri fumetti citati, Zagor è un guerriero che combatte il male in tutte le sue forme e protegge l’uomo dai pericoli che minacciano il mondo; Mandrake un prestigiatore che utilizza i suoi poteri magici per combattere il crimine e Diabolik un ladro di classe che compie audaci furti con l’aiuto della sua compagna Eva Kant.

L’esempio perfetto di come il fumetto possa avere un effetto terapeutico è quello dei Peanuts, che furono creati da Schultz nel tentativo di superare i traumi dovuti alla guerra del Vietnam appena combattuta. In effetti la terapia del fumetto può avvenire anche attraverso la sua creazione. Tuttavia i Peanuts vanno oltre: grazie all’ironia delle loro storie, riescono ad affrontare con leggerezza la nevrosi degli uomini e ad accompagnare il lettore verso la piena accettazione dei propri limiti.