Omicidio Desirée: fermati 3 sospettati, ma mancano ancora alcuni complici

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Caso Desirée: fermati 2 senegalesi e 1 nigeriano, ritenuti responsabili dello stupro e del brutale omicidio della ragazza. É caccia aperta anche ai complici, che sarebbero ancora in libertà. Intanto a San Lorenzo vengono organizzate delle ronde, mentre Salvini parla di castrazione chimica.

Barbara Mariottini: “Ora voglio giustizia per Desirée”

Il corpo privo di vita della 16enne è stato trovato a Roma la scorsa settimana, in un palazzo occupato del quartiere di San Lorenzo. La polizia, dopo una serie di indagini, ha fermato due senegalesi, senza permesso di soggiorno, uno di 27 e l’altro di 43 anni, e un nigeriano di 40 anni. I tre, in realtà, non sono estranei alle forze dell’ordine, in quanto hanno precedenti per spaccio di droga.

L’accusa che pende nei loro confronti è violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario e cessione di droga. Tuttavia, sembra che il branco fosse costituito da altri stranieri, non ancora individuati. Inoltre, dalle indagini è emerso che la giovane è stata drogata e abusata sessualmente ripetutamente quando era in uno stato di incoscienza.

Barbara Mariottini, la madre della vittima chiede giustizia, nella speranza che un fatto simile non accada più. A farsi avanti è stato anche Matteo Salvini che ha tenuto a tenuto a precisare: “Fosse per me castrazione chimica agli stupratori”.

Le agghiaccianti parole di un testimone

Secondo quanto emerso dalle indagini sembra che Desirée avesse frequentato più volte in passato il palazzo occupato del quartiere di San Lorenzo in cui è stata ritrovata morta pochi giorni fa. Addirittura sembra che conoscesse i fermati, che le avrebbero ceduto della droga. Non si sa ancora se gli uomini facessero parte di un giro di spaccio.

In questi giorni la polizia ha ascoltato una decina di testimoni, che hanno frequentato il palazzo di via dei Lucani proprio nel periodo in cui la 16enne ha trovato la morte. Inoltre, sono stati interrogati dagli inquirenti anche alcuni amici della giovane ed in particolare un ragazzo con il quale aveva passato l’ultima serata. Tuttavia, tra i testimoni ne è saltato all’occhio uno, che ha frequentato lo stabile abbandonato proprio la notte dell’omicidio, il quale ha raccontato: “Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desirée stare male. Era per terra e aveva attorno 7/8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere“. Secondo il teste, la notte del 19 ottobre, verso l’una, qualcuno ha chiamato i soccorsi.

I “giustizieri” di San Lorenzo

A San Lorenzo, dopo il ritrovamento del corpo di Desirée, sono state organizzate delle ronde composte da cittadini. Si tratta di una decina di persone che si fanno chiamare i “giustizieri”, i quali non hanno contatti, ma si limitano a chiamare la polizia in caso di necessità.

Inoltre, il Comitato di quartiere ha provveduto ad organizzare un sit-in davanti al cancello dello stabile di via Dei Lucani, il cui portavoce ha tenuto a precisare che: “Noi non facciamo parte di nessuna ronda e ci fa ridere pensare che in un quartiere come San Lorenzo ci siano delle persone che affrontano i problemi in questa maniera”.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che martedì di è recato nel quartiere dove si è consumato il delitto, ha affermato: “Farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia“.

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