Ritenzione idrica: che cos’è e come combatterla

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La ritenzione idrica è un disturbo assai diffuso che colpisce soprattutto gli individui di sesso femminile. Nello specifico si tratta di un accumulo di liquidi negli spazi intercellulari. Ciò porta alla formazione di un edema, ovvero di un rigonfiamento localizzato. Molte persone tendono a confondere la ritenzione idrica con la cellulite, anche se in realtà si tratta di due disturbi assai differenti.

La cellulite, infatti,  determina rigonfiamenti ed il tanto temuto effetto a buccia d’arancia, a seguito dell’infiammazione del tessuto sottocutaneo. Le cause scatenanti della ritenzione idrica sono numerose ed assai diverse. Una delle più comuni è l’adozione di un regime alimentare poco equilibrato, ricco di zuccheri e di sale, che rende difficile lo smaltimento dei liquidi dall’organismo. Tuttavia, la comparsa della ritenzione idrica può essere imputata anche alla sedentarietà.

Attuare esercizio fisico in maniera regolare, infatti, è fondamentale per  favorire la circolazione sanguigna. Questo fastidioso disturbo, tuttavia, si può manifestare anche a seguito del consumo eccessivo di alcol, caffè e fumo. Infine, non bisogna dimenticare che i farmaci che interferiscono con l’attività ormonale (antinfiammatori, cortisonici ed anticoncezionali) possono favorire lo sviluppo della ritenzione idrica.

Come prevenire e trattare la ritenzione idrica?

Per evitare la comparsa della ritenzione idrica è necessario mangiare sano e fare tanta attività fisica. Inoltre, è importante eliminare le cattive abitudini, come il consumo eccessivo di alcol, caffè e fumo. Tuttavia, è possibile anche ricorrere a prodotti drenanti, in grado di favorire la diuresi, che possono essere veri e propri medicinali o preparati naturali, come bevande o tisane. A volte, però, questo disturbo è causato da insufficienza cardiaca e renale.

Per questa ragione è importante evitare soluzioni improvvisate e fare delle analisi specifiche che permettano di scartare l’ipotesi che siano in atto patologie gravi. Consultare un medico, quindi, è d’obbligo e permette di intervenire in maniera repentina in caso di necessità.

Non bisogna dimenticare, poi, che per stimolare il corretto funzionamento del sistema circolatorio può essere utile sottoporsi ad alcune sessioni di linfodrenaggio arti inferiori, una particolare tecnica di massaggio manuale, che deve essere attuata da un fisioterapista. Infatti, richiede una certa abilità di esecuzione, che si acquisisce solo attraverso specifiche conoscenze e con molta pratica ed esperienza.

In che cosa consiste il linfodrenaggio manuale?

La tecnica del linfodrenaggio manuale è stata inventata da Emil Vodder nel 1936 per aiutare i pazienti affetti da linfedema, una patologia cronica ed invalidante, che determina il cattivo funzionamento del sistema linfatico, portando alla formazione di edemi.

Il linfodrenaggio manuale non deve essere confuso con i tradizionali massaggi, in quanto prevede movimenti ritmici e dolci e non richiede vere e proprie pressioni e nemmeno l’attuazione di una certa energia. Di fatto, il paziente deve riuscire a rilassarsi ed a non percepire alcun disagio.

Per questa ragione è fondamentale ricorrere da un professionista che abbia frequentato la facoltà di Fisioterapia ed abbia acquisito una certa competenza. Questa particolare forma di massaggio è utile anche per trattare le patologie venose, che possono colpire indistintamente sia gli uomini che le donne, causando non pochi fastidi.

 

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