Cesare Battista confessa al pm i 4 omicidi e chiede scusa
Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, che è stato arrestato a gennaio scorso, dopo quasi 40 anni di latitanza, per la prima volta, ha ammesso di essere responsabile dei 4 omicidi per cui è stato condannato. La confessione è avvenuta davanti al pm di Milano Alberto Nobili, il quale ha fatto sapere che Battisti “a distanza di qualche decennio ha chiesto scusa”. Tuttavia, la speranza del ministro dell’Interno Matteo Salvini è che anche gli “pseudointellettuali di sinistra che hanno coperto e difeso questo squallido personaggio” si facciano avanti, perché “chiedere scusa è meglio tardi che mai”.
Battisti: “gli anni di piombo hanno ucciso il ’68”
L’ex terrorista che aveva aderito ai Pac, durante la confessione, ha tenuto a precisare che “la lotta armata ha impedito lo sviluppo della rivoluzione culturale, sociale e politica nata nel ’68”. l pubblico ministero, responsabile dell’antiterrorismo a Milano, infatti, ha fatto sapere che “per lui all’epoca era una guerra giusta, adesso si rende conto della follia di quegli anni di piombo“.
Quanto affermato dal terrorista, di fatto,”è un riconoscimento importantissimo al lavoro dei magistrati, una sorta di ‘onore delle armi’ per chi lo ha inquisito“.
Battisti, inoltre, avrebbe fatto sapere ai procuratori di non aver avuto ” alcuna copertura occulta”, ma di essersi “avvalso della sue dichiarazioni di innocenza per ottenere appoggi dell’estrema sinistra in Francia, Messico e Brasile, e dello stesso Lula”.
Greco: l’ammissione di Battista fa giustizia
Francesco Greco, il procuratore di Milano, ha fatto sapere che l’interrogatorio, tenutosi tra sabato e domenica scorsi, è avvenuto per volere dello stesso Battista, in presenza del legale Davide Steccanella. Inoltre, ha tenuto a precisare che l’ammissione dell’ex terrorista “fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni ’70 in modo efferato”.
Nobili: “Non si tratta di una collaborazione con la giustizia”
Di fatto, durante l’interrogatorio, Battisti ha ammesso di aver preso parte in maniera diretta ai 4 omicidi, dei quali in due è stato esecutore materiale. Tuttavia, Nobili ha voluto precisare che “qua non si tratta di una collaborazione con la giustizia, ma di importantissime ammissioni arrivate da un ‘irriducibile’ che ha barato per 37 anni e si è reso latitante, dichiarando di essere innocente e di essere un perseguitato politico”. Inoltre, ha tenuto a sottolineare che Battista ha voluto parlare solo di sé stesso e non degli altri esponenti dei Pac.
Adriano Sabbadin: “Non mi aspettavo ammettesse tutto”
Adriano Sabbadin, il figlio di una delle vittime di Battista, Lino, che faceva il macellaio a Santa Maria di Sala, la cui morte sopraggiunse, per volere dei Pac il 16 febbraio 1979, ha affermato che l’ammissione del terrorista “è un passo avanti, una conferma della sua colpa“. Ed ha aggiunto: “Spero che non ammetta gli omicidi per altri motivi, magari per ottenere una indulgenza dai giudici che non merita. È giusto che sconti per intero la sua pena. In fondo sono solo pochi mesi che si trova in galera”.
Inoltre, Sabbadin ha ammesso di essere stato letteralmente preso in contropiede dalle dichiarazioni di Cesare Battista. Infatti, ha concluso: “lo confesso non mi aspettavo che ammettesse tutto”.
Ciotta: “Scuse? Ci prende in giro”
Diversa la reazione di Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, il brigadiere assassinato nel 1977 da Prima Linea, che ha affermato: “Come possiamo accettare le scuse di un uomo che ci parla di ‘guerra giusta’ per legittimare quello che ha commesso? Sembra quasi ci voglia prendere in giro! Dobbiamo anche essergli grati a questo punto per la sua compassione per il nostro dolore?“.
Ed ha tenuto ad aggiungere: “Non riesco neanche a comprendere le parole del procuratore Nobili , che sembra quasi voler creare una facciata di ormai ‘vecchio saggio’ su quello che è solo un delinquente assassino che continua a rifiutarsi di fare nomi ed a contribuire alla ricostruzione della verità storica di quei terribili anni”.