Crossover: ormai anche il SUV è alle spalle

Le auto crossover? Ormai regine indiscusse del settore auto, un settore malandato sì, ma che continua a spingere seguendo le preferenze dei propri clienti.

Preferenze che oggi come non mai sembrano essere chiare, perché appunto il pubblico continua ad esprimersi in modo quasi univoco: i crossover piacciono – e piacciono tanto.

E fatta eccezione per chi deve orientarsi verso city car e modelli compatti ed economici, non sembrano facili da reperire sul mercato consumatori che non scelgano appunto i più recenti modelli crossover.

Un successo che forse in pochi si aspettavano, che è in parte filiazione diretta del grande dominio dei SUV degli ultimi anni e che ci racconta una storia che forse in molti si rifiutano di comprendere.

Ovvero che il settore dell’auto è tutto fuorché morto e che le difficoltà degli ultimi anni, soprattutto sul fronte acquisti del nuovo, sono forse imputabili a quelle aziende e a quei marchi che hanno deciso di non produrre.

Riposando sulla falsa convinzione che gli appassionati di auto – e chi le acquista per necessità – si sarebbe accontentato di un modo di concepire le vetture che invece, dati alla mano, tutti considerano ormai vecchio, alle spalle e senza futuro.

Non chiamatelo compromesso: perché i crossover hanno un’anima indipendente

Un altro fenomenale abbaglio è quello preso dalla narrativa che vuole i crossover come un compromesso tra auto strettamente urbane e SUV.

Una sorta di via di mezzo, per chi non può permettersi un SUV autentico. E invece no: anche in questo caso, almeno secondo l’opinione di chi vi scrive, non si è capito bene cosa stava accadendo sul mercato.

Non si era compresa la vera portata dei crossover, segmento che il mercato continua a premiare anche e soprattutto perché dotato di un’anima propria.

Sarebbe folle pensare che un segmento che in molti ancora ritengono un ripiego, continui ad essere il più popolare, sempre secondo l’oracolo dei dati di vendita.

Il crossover? È tutto giusto

Quello che sta accadendo nel mercato dei crossover ricorda molto da vicino quello che, un paio di decenni fa, accadde nel segmento delle monovolume, auto dimenticate fino a poco prima e che poi cominciarono ad invadere anche le strade d’Italia.

La ricetta? Sempre la stessa: volumi giusti per il mercato e che incontravano il gusto dei clienti, sempre senza rinunciare a comfort e prestazioni, nonostante gli importanti pesi in ballo.

Ed è lo stesso che sta accadendo per il settore dei crossover: non una versione in miniatura dei SUV, ma auto con assetti, volumi e stili di guida propri, che sembrano essere adatti, almeno secondo le preferenze dei clienti, a tutti.

Eccole spopolare non solo nel segmento aziendale – che oggi vive in larghissima parte di noleggi a lungo termine, ma anche nel tempo libero.

Perché sono auto di un segmento perfetto per viaggiare, ma anche per la città. Perfetto per chi ha famiglie numerose ma anche per chi guida sempre o quasi da solo.

Vogliamo chiamarlo compromesso? Non ci stiamo. Perché appunto sarebbe folle pensare che si tratti di un’illusione collettiva, di milioni di automobilisti che negli ultimi anni hanno premiato, con il loro denaro, questo tipo di scelta progettuale.

Ad maiora, crossover, siamo sicuri che continueremo ad incontrarci nelle strade di tutta Italia e tutta Europa.