Gli ultimi ai tempi del Coronavirus: la risposta della Comunità di Sant’Egidio

L’emergenza Coronavirus, che in poche settimane ha travolto prima l’Italia e poi l’Europa e il mondo intero trasformandosi in una pandemia globale, ha costretto milioni di persone misurarsi con difficoltà mai affrontate prima d’ora che hanno portato non solo alla limitazione degli spostamenti, ma a un vero terremoto sociale che ha colpito tutti indistintamente.

Questo periodo tremendamente difficile che sta attraversando il paese, con gli italiani costretti a restare chiusi in casa, ha reso ancora più preoccupante la situazione delle categorie più deboli. Parliamo soprattutto di quelle persone che una casa non ce l’hanno, i senza fissa dimora che si ritrovano spettatori inermi e ancor più indifesi di fronte a un mondo che si ferma, si rinchiude in casa, chiude i negozi e rende praticamente nulle le già misere possibilità di sopravvivenza dei cosiddetti “ultimi”, i quali già affrontano quotidianamente situazioni di grave indigenza quando tutto è normale.

Ad ascoltare il muto grido d’aiuto di chi non ha voce continua a esserci la Comunità di Sant’Egidio che, con una serie di iniziative che ricalcano quelle normali intraprese dall’associazione fondata da Andrea Riccardi, ma adattate all’emergenza sanitaria in corso, permette a migliaia di persone in tutta Italia e nel mondo di sopravvivere affrontando con qualche patema in meno la pandemia.

In queste settimane tanta gente non sa o non riesce a procurarsi da mangiare, con la piaga della fama prepotentemente e pericolosamente riaffacciatasi per molte persone. Ecco che le mense rimaste aperte (seppur ad accessi scaglionati e controllati) e le distribuzioni per strada curate dalla Comunità di Sant’Egidio nel pieno rispetto di tutti i protocolli sanitari e di sicurezza del caso, stanno rappresentando l’unica ancora di salvezza per tutta una fascia di popolazione schiacciata dalle difficoltà che l’emergenza Covid-19 ha portato con sé.

La particolare situazione ha portato la Comunità e i sui volontari a un impegno maggiore che ha visto l’aumento del numero dei giri serali per portare cibo e beni di prima necessità a tutte le persone che vivono per strada, vicino alle stazioni e nei punti che, in una situazione normale, vedeva il passaggio di molta gente che donava qualche spicciolo, permettevano a questa gente in difficoltà di sopravvivere.

Cos’è la Comunità di Sant’Egidio

Nata nel 1968 per iniziativa di Andrea Riccardi, la Comunità di Sant’Egidio è un movimento laicale di ispirazione cattolica, dedito alla preghiera, alla comunicazione del Vangelo a tutta una serie di attività a favore degli emarginati; un’opera iniziata nei quartieri popolari della periferia romana e poi ampliatasi in Italia e in tutto il mondo.

Il fondatore, Andrea Riccardi, classe 1950, è professore ordinario di Storia contemporanea e noto studioso della Chiesa cattolica, nonché autore di molti studi pubblicati in diverse lingue.

Nel febbraio 1968 Riccardi, ancora studente, si riunì con un gruppo di liceali nell’Oratorio della Chiesa Nuova, il santuario di san Filippo Neri. Quel primo incontro sarà l’embrione attorno al quale nascerà la Comunità di Sant’Egidio.

Impegnato politicamente Riccardi, sempre spinto dal messaggio di pace e fratellanza del Vangelo, insieme alla Comunità da lui fondata, si è reso protagonista anche come mediatore nelle trattative internazionali per la risoluzione di conflitti come il raggiungimento della pace in Mozambico nel 1992.

Andrea Riccardi ha anche ricoperto la carica di Ministro della Repubblica quando, durante il Governo Monti, è stato a capo del Ministero per la cooperazione internazionale e l’integrazione.