Esplosiva finale femminile degli US Open: la Williams accusa l’arbitro Ramos di sessismo
La vittoria della giapponese Naomi Osaka nella finale femminile degli US Open di sabato 8 settembre è passata in secondo piano, a seguito alle polemiche che si sono create a causa del comportamento e delle parole pronunciate dall’ex numero uno del tennis Serena Willimas.
La partita della discordia
La campionessa mondiale, che veniva data per favorita nella finale di sabato, si è trovata, invece, a fare i conti, non solo con una clamorosa sconfitta, ma anche con il pagamento di una multa di ben 17 mila dollari. La Williams, in realtà, ha iniziato male la partita, perdendo il primo set con il punteggio di 6-2. Tuttavia, sembrava essersi ripresa in quello successivo, almeno fino a quando l’arbitro Carlos Ramos, già conosciuto per la sua severità ed inflessibilità, ha richiamato ufficialmente la tennista statunitense per warning, ovvero per aver cercato di comunicare con il suo allenatore, Patrick Mouratoglou, posizionato in tribuna, cosa assolutamente vietata nelle finali dei tornei Slam. Ciò ha fatto infuriare Serena Williams, che, rivolgendosi all’arbitro ha affermato: “Non baro per vincere, preferisco perdere“.
Nonostante l’increscioso episodio, tutto sembrava essere rientrato nella normalità, tant’è che i due protagonisti hanno riparlato dell’accaduto con tranquillità anche durante una pausa di gioco. Tuttavia, la situazione è nuovamente precipitata quando la Williams, dopo aver perso un punto decisivo per un errore banale, ha rotto la racchetta gettandola con violenza a terra. Di fronte a tale gesto, Ramos le ha rivolto un secondo avvertimento e le ha dato una penalità nel game successivo. A questo punto la tennista ha ripreso ad osteggiare l’arbitro, affermando che le doveva delle scuse, poiché, facendo riferimento a quanto avvenuto poco prima, ella non aveva barato ed era stata ammonita ingiustamente.
Inoltre, poco dopo, l’atleta americana lo ha accusato di essere un ladro per averle dato un punto di penalità, cosa che le è costata la perdita di un game. Per risolvere la questione sono intervenuti anche gli ufficiali del torneo, ed in tale occasione la Williams ha parlato di sessismo e, rivolgendosi verso la direttrice dei tornei del Grande Slam Donna Kelso ha affermato: “Sai quanti uomini fanno cose che sono molto peggio di questo. Non è giusto. Ci sono tantissimi uomini che hanno detto un sacco di cose, ma sono uomini e a loro non succede niente”.
L’infausta premiazione
La partita si è conclusa con la perdita della Williams, che si è congratulata con l’avversaria ventenne, che ha così conquistato il suo primo importante torneo. Tuttavia, durante la premiazione, visto che il pubblico continuava a fischiare, l’ex campionessa ha preso il microfono per sedare gli animi e per chiedere rispetto per la Osaka, che visto l’increscioso clima è scoppiata a piangere. Durante la conferenza stampa post-partita Serena Williams ha comunque tenuto a ribadire di essere stata vittima di un pregiudizio sessista e che lei si è sempre impegnata per il superamento di tali comportamenti in ambito sportivo, e nel tennis in primis.
La WTA sostiene Serena Williams
La Women’s Tennis Association si pronuncia favore di Serena Williams, e lo fa tramite il suo CEO, Steve Simon, che ha affermato che nel match disputato sabato scorso non c’è stata equità di giudizio tra uomini e donne, ma si è assistito ad un’evidente disparità. E ha tenuto a precisare che: “La Wta crede che non ci dovrebbero essere differenze negli standard di tolleranza nei confronti delle emozioni espresse da giocatori e giocatrici, e si impegna a lavorare con lo sport per garantire che tutti i giocatori siano trattati allo stesso modo. Non crediamo che sia stato fatto sabato sera”.
Si tratta di una presa di posizione forte, che non può non far riflettere. Ci si chiede, dunque, se l’arbitro sia stato effettivamente troppo duro e se abbia agito così proprio perché a disputare la partita erano delle donne.