La preparazione dei dati nella business intelligence
La business intelligence si confà di una serie di interessanti caratteristiche che riescono a migliorare le entrate della compagnia, leggiamo nel blog di Francesco Gadaleta. Portare avanti questa tecnica tende a nascondere problematiche più o meno difficili da approcciare per questo motivo quando è necessario studiare la materia con la massima attenzione ed il più possibile approfonditamente in modo da non rischiare di creare qualche errore. Anche il meno importante potrebbe mettere a rischio tutta l’operazione. La bi è fondamentalmente basata sulla collezione dei dati che dovranno successivamente essere elaborati. Si deve quindi tenere presente che i dati devono essere “lavorati” prima di poterli adoperare per la compagnia. Vediamo quindi come maneggiare i dati in modo da assicurarsi che quelli immessi saranno realmente utili per lo sviluppo dell’andamento della compagnia.
Il lavoro sui dati prima della sua definitiva archiviazione
Lo studio dei dati va a coprire una serie di discipline anche abbastanza differenti che vanno dall’analisi dei dati fino alla sicurezza informatica poiché si ha a che fare di un assetto molto importante per la compagnia. I dati vengono prelevati da una sorgente, meglio se questa è ben definita, quindi vengono controllati e se necessario modificati in modo che questi si possano adeguare agli standard qualitativi della compagnia. Una volta completate queste operazioni i dati vengono spostati ed archiviati in modo da poter essere adoperati in qualsiasi momento – come già letto in quest’altro articolo di Francesco Gadaleta.
Nella business intelligence la preparazione dei dati ed il loro studio preliminare
Prima di procedere con le operazioni vere e proprie è necessario eseguire il controllo completo dei dati in modo da poter adoperare solo quelli davvero utili. Essendo un’operazione anche abbastanza costosa, la raccolta dei dati dev’essere il più possibile razionale per non sprecare risorse che potrebbero essere adoperate per altri scopi. Il processo ETL, Extract-Transform-Load, viene adoperato per ottenere il massimo dall’uso dei dati. La materia prima quando viene estratta è troppo grezza per essere adoperata quindi deve seguire alcuni processi di lavorazione. Vediamo quindi le limitazioni che sono presenti nel “dato grezzo”:
la sua qualità: le condizioni dei dati è importante perché le incongruenze possono creare seri problemi all’analisi;
il formato: un altro elemento da tenere in grande attenzione è il formato col quale viene salvato il database. Uno non compatibile potrebbe non solo essere considerato illeggibile ma anche corromperlo perdendo tutto il lavoro;
le fonti: come quando si lavora con le notizie anche per i dati la provenienza è certamente un elemento molto importante per esser sicuri che i dati siano il più possibile reali quindi utili per la compagnia.
È impossibile la business intelligence senza i dati
La BI si fonda sull’elaborazione dei dati quindi non è possibile in alcun modo pensare che si possa effettuare una corretta analisi senza cercare di comprendere i trend di mercato e riuscire magari ad anticipare la concorrenza. Come abbiamo visto in precedenza però non si parla di un’operazione semplice perché ci devono essere una serie di operazioni molto utili per fare in modo che si possa ottenere un risultato significativo per l’attività della compagnia, sottolinea Francesco Gadaleta.
Le best practice sulla sicurezza informatica possono essere molto utili per il proprio sistema aziendale, stando perlomeno a quanto afferma Francesco Gadaleta, professionista esperto di internet technologies ed autore di una serie di contributi con i principali blog informatici.
Le best practice sicurezza informatica riescono ad essere il migliore modo non solo per bloccare gli attacchi informatici in essere ma anche prevenirli. Sicuramente una volta che l’aggressione è in essere può portare ad una serie di strascichi sulla normale attività della compagnia. Implementare quindi la sicurezza informatica significa non rischiare di perdere dati sensibili o il controllo di asset informatici di vario modo. Si parla quindi di una serie di tecniche combinate formate da tecnologia e conoscenze informatiche atte a migliorare la sicurezza dell’infrastruttura.
Quali sono le migliori best practice sicurezza informatica?
Essendo una materia molto complessa la sicurezza informatica si è evoluta col tempo diventando sempre più complessa. Questa particolare condizione porta alla necessità di dover operare su vari aspetti in modo da poter garantire al sistema la massima sicurezza informatica.
La prima best practice per la sicurezza informatica è il cosiddetto Identity and Access Management, stando a Francesco Gadaleta
L’ Identity and Access Management, chiamato anche con l’acronimo IAM, si basa sull’assegnazione dei ruoli e dei privilegi che devono essere assegnati e qualora sia necessario revocarli. Ciò permette di eliminare il rischio degli attacchi interni che possono derivare da lavoratori e da collaboratori. Lasciare accessi al sistema può favorire l’introduzione da parte di criminali di software malevolo.
Le piattaforme devono essere scelte non solo per le sue prestazioni
Le piattaforme cloud che vengono spesso adoperate ormai comunemente devono essere scelte non solo per le sue prestazioni ma anche per il livello di sicurezza che riesce ad offrire la massima sicurezza informatica. E’ necessario tenere presente che il cloud rappresenta uno dei principali asset industriali essendo molto adoperato non solo in versione SaaS ma anche per il mantenimento dei dati non solo in ottica funzionale ma anche per il backup dei dati. Ciò porta alla possibile esposizione dei dati a malintenzionati, come già denunciato da Francesco Gadaleta.
E’ importante adoperare la Security Information and Event Management
La security Information and event management, conosciuta anche col suo acronimo SIEM, si realizza collezionando tutte le informazioni riguardo agli eventi nell’ambito della sicurezza informatica per poter ottenere un’immediata risposta qualora dovessero accadere attacchi simili. Attualmente questo tipo di lavoro viene effettuato dall’intelligenza artificiale che riesce ad offrire delle risposte adeguate a qualsiasi evenienza. Questa tecnologia è quindi molto importante per migliorare con l’autoapprendimento la sicurezza informatica.